Pubblicato in: Spiritualità

Il mondo è una palestra per la nostra evoluzione

Il vostro sentire di oggi fa parte del nostro sentire. E voi dovete essere certi, quantunque possiate essere diversi l’uno dall’altro, che ogni individuo racchiude nella storia della sua esistenza un’infinità di esperienze, e ciascuno, press’a poco, ha fatto nel mondo le parti che vede fare ai suoi simili. Naturalmente l’evoluzione non è identica per ogni individuo, ma ciascuno ha nella sua storia analoghe esperienze.
Questo deve insegnarci a comprendere maggiormente i nostri simili. Soffermatevi a pensare che noi stessi siamo stati, o forse saremo, nelle condizioni che oggi ci fanno tanta repulsione, nelle loro stesse condizioni. Pensate che in quell’aspetto che tanto condannate, in quel modo di agire e di comportarsi che tanto vi dà noia, può nascondersi una persona che vi è stata massimamente cara, che avete amato con tutto voi stessi e che solo per l’illusorio gioco della vita oggi è in queste vesti, in questo corpo tanto diverso.
Se vi soffermate su questi pensieri di verità, vedrete che le antipatie per i vostri simili facilmente cadranno.

Ricordate che il mondo nel quale siete non è che una palestra fatta perché l’uomo evolva, e l’evoluzione passa dal dolore: dal fango nasce il loto, il fiore. Da ciò che è frutto e conseguenza dell’umana incomprensione nasce il fiore della comprensione. Dunque non meravigliatevi degli spettacoli di ingiustizia che continuamente cadono sotto i vostri occhi, dell’affronto che deve subire il buono, il paziente, il virtuoso, dello spettacolo di trionfo del disonesto o del prepotente. Tutto ciò fa parte di un preciso disegno, fa parte di un ordine minuzioso invalicabile che non vi appare, fa parte di una predisposizione esatta, fatta per il trionfo della vera giustizia, fatta per l’attuazione del vero ordine. Ciò che a voi pare caos, che pare votato alla distruzione, non è che il capitolo dell’attuazione di un ordine superiore, preciso, che non lascia sfuggire niente e, nel contempo, vuol dire raggiungimento della comprensione.

FrançoisCerchio Firenze 77

Pubblicato in: Spiritualità

Japamala

il Japamala (parola che deriva da japa = ripetizione + mala = ghirlanda) induista che è composto da 108 grani.
Ja sta per “janmaviccheda”, la cessazione del ciclo nascita e morte; e pa sta per “Pa kara papanasana”, purificazione e redenzione di tutti i peccati. Un mala ha 108 grani ma ciò non rappresenta il numero 108, bensì la realtà:
– 1 rappresenta la verità Ultima
– 0 al centro rappresenta lo stato di Samadhi
– 8 rappresenta la natura creativa.
Infatti non viene detto 108, ma 1, 0 e 8. 108 è un numero che ricorre spesso sia nella tradizione induista che in quella buddhista. 108 sono i nomi di Shiva, Krsna, Visnu, Radha, Laksmi, Durga ecc. e di numerosi saggi indù. ll sistema Vedico crede poi che 108 rappresenti l’universo o supremo. Il dio Krishna ha avuto 108 gopi (pastorelle devote), e le stesse Upanishad sono 108; ci sono 108 luoghi santi frequentati dal dio Vishnu (Divyadesams). Ma a quanto pare più si scava nelle antiche scritture e più il numero 108 ritorna. Sul significato del numero 108 si può vedere anche qui.
Generalmente i grani sono semi di piante indiane (semi di loto, di bodhi, rudraksha) oppure in legno di sandalo, tulasi o ancora di giada, ambra ecc…. In ogni mala c’è sempre un grano diverso in più, che forma l’estremità superiore e viene chiamato Meru (come il sacro monte), il punto di giunzione (altri nomi possono essere Bindu, Sumeru, Guru, Stupa). Così, quando si ripete il mantra bisogna arrivare fino a Meru (senza mai attraversarlo), ritornare indietro, e così via.

Mentre si sgrana il Japamala, la lingua ripete il mantra. Alcuni dei mantra più usati sono:
* Om
* Hare Krishna mantra
* Ram Nam
* Gayatri
* Om namo Narayana
* Pancha Tattva mantra
* Aum Namah Sivaya
* Om mani padme hum
* ShriRam Jay Ram Jay Jay Ram

Willigis Jàger -monaco benedettino

Alla fine della nostra vita non conteranno le nostre prestazioni e le opere compiute. Non ci verrà chiesto se eravamo cattolici o protestanti o cos’altro. Le testimonian­ze di esperienze di pre-morte ci dicono che prima di tutto, e soprattutto, dovremo chiederci quanto abbiamo amato. Nulla è permanente, niente è duraturo ma questo è proprio ciò che noi esseri umani non riusciamo ad accettare.
Percorrendo un cammino esoterico, cominciamo improvvisamente a cogliere la fugacità e ci rendiamo fulmineamente conto di quanto ci aggrappiamo alle cose, inseguiamo idee, siamo tormentati da paure. Ci accorgiamo dei paraocchi che indossiamo nella nostra vita. Sono convinto che noi esseri umani ci evolveremo fino al punto di non temere più la morte ma di rallegrarci in vista dell’esi­stenza successiva. Riconosceremo nella morte, la Grande Trasformatrice e le daremo il benvenuto. Gli alberi fiori­scono, le foglie cadono, le stagioni vanno e vengono. Dai rifiuti rinasce la vita. Senza la morte e la distruzione non ci potrebbe essere nuova vita.
Il vero miracolo della vita è la sua continua trasforma­zione. Nascere, vivere e morire costituiscono la perfezione della vita. Il paradiso non è un’esistenza statica che raggiun­geremo chissà quando in un lontano futuro. Paradiso è sperimentare e accettare la perfezione di questa danza divi­na di nascite e morti, come la vita stessa. Il nostro ego si oppone, usando ogni trucco. Questo “io”, per quanto ridi­colo a volte possa sembrare, vorrebbe vivere in eterno; non ci si può aspettare che l’ego rinunci di buon grado al proprio predominio. Nella misura in cui muore il nostro piccolo io, questo aggregato di processi psichici, pauroso, disperato, aggressivo, opportunistico, manipolante e troppo di rado gioioso, si sviluppano di pari passo la fiducia, la vera gioia e una vera speranza. Ma evidentemente non ci interessano affatto l’evoluzione del principio divino, lo sviluppo dell’Universo, la molteplicità delle possibilità. Ci interessa­no solo “io”e “mio”.

Pubblicato in: Spiritualità

Metafisica dei corpi sottili

 

I sette corpi sottili, un ponte che conduce al Divino

Che cosa sono i corpi sottili dell’uomo?
I corpi sottili sono campi energetici originati dagli stadi di coscienza, addensamenti di energia che si formano per nucleazione e condensazione della sostanza eterica dell’universo. Tutti noi ne siamo composti ed è per mezzo di essi che possiamo fare esperienza degli stadi di coscienza ed esplorare le diverse dimensioni dell’esistenza. La concentrazione di questi campi energetici porta, infatti, alla formazione di campi più densi che possiamo definire campi energia-materia o onde di energia-materia. Ancor prima di incarnarci siamo dunque costituiti da una stratificazione di campi energetici interconnessi e comunicanti tra loro che possono essere così classificati:

1. Corpo Fisico
Il Corpo Fisico è il campo più interno di una stratificazione energetica a sette livelli. Esso dà forma alla sostanza corporea della materia vivente dalla quale si protende, al di là dei suoi confini definiti, costituendone una naturale estensione energetica. Le sue funzioni sono strettamente connesse agli aspetti fisico-biologici dell’esistenza e nel loro insieme regolano la sopravvivenza dell’individuo sul piano materiale. La parte più esterna del corpo fisico, quella membrana energetica che prende il nome di aura, ha la funzione di mettere in comunicazione la materia vivente con il mondo esterno. L’aura, con un comportamento non dissimile da quello di una spugna, tende ad assorbire tutte le energie presenti negli ambienti e provenienti da altri esseri viventi. La cessazione dell’attività biologica della materia vivente ha come diretta conseguenza l’istantaneo dissolvimento dell’aura e del corpo fisico.

2. Corpo Emozionale
Il Corpo Emozionale è il secondo dei sette campi energetici che compongono e circondano la materia vivente. La stretta contiguità con il corpo fisico lo rende instabile e soggetto a continue modificazioni interne. Le emozioni e la memoria emozionale di cui è costituito condensano enormi quantità di energia che deve essere continuamente rilasciata per garantire lo stato di salute dell’organismo. Il corpo emozionale è sostanzialmente legato al ciclo vitale della materia vivente e del corpo fisico e può sopravvivere al loro dissolvimento solo per un limitato periodo di tempo.

3. Corpo Psichico
Il Corpo Psichico racchiude in sé tutte le funzioni connesse alla sfera psichica dell’essere vivente. A parte le funzioni neurobiologiche, regola anche quelle “meta-biologiche”. Oltre agli scambi di energia delle trasmissioni sinaptiche, l’attività psichica è costituita sia da energia psichica pura, originata dallo stadio psichico della coscienza universale, sia da segnali psichici provenienti dallo spazio circostante, captati e ritrasmessi dal nostro corpo psichico, spesso in modo inconsapevole. L’attività del corpo psichico, oltre a generare il pensiero, contempla manifestazioni di particolari stati psichici come le forme-pensiero e la telepatia, che insieme rappresentano i più importanti strumenti di comunicazione umana.

4. Corpo Animico
Il Corpo Animico è la dimora del nostro Sé Superiore. Esso racchiude, infatti, tutta la nostra essenza spirituale rappresentata dall’anima nei suoi sette aspetti divini. Qui è contenuto tutto il nostro destino, il lungo cammino evolutivo della nostra anima. Noi siamo entità animiche e indipendentemente dalla nostra esistenza terrena viviamo su un piano spirituale, per tutto il ciclo di incarnazione, fino al ricongiungimento finale con la fonte divina.

5. Corpo Spirituale
Il Corpo Spirituale è l’energia trasformatrice connessa con lo Spirito di Dio, motore inesauribile di tutto il nostro essere. Esso è il fuoco sacro che, custodito in ognuno di noi, agita e scuote dall’interno la nostra esistenza terrena e che alla fine dei cicli di reincarnazione, dopo il ricongiungimento della nostra anima con Dio, continua a vivere, eterno, sotto forma di pura energia sottile. Il corpo spirituale rappresenta il nostro “paio d’ali”, protese verso il divino, per mezzo delle quali, quando l’anima e lo spirito sono in perfetta sintonia, possiamo innalzarci fino a contemplare la fonte di ogni creazione.

6. Corpo Divino
Il Corpo Divino, come quello spirituale, esiste al di là del tempo ed è l’ultimo dei corpi sottili di cui possiamo avere piena consapevolezza e padronanza durante la nostra esistenza incarnata. Esso è il ponte che ci permette di entrare in contatto diretto con Dio e con gli angeli e in quanto tale è la fonte purissima di ogni comunicazione angelica. Il contatto non avviene attraverso canalizzazioni di energia psichica, come spesso accade per molti presunti sensitivi e medium, ma si manifesta esclusivamente come verità interiore per mezzo dell’energia angelica: intima unione tra il Sé e l’Amore Divino.

7. Corpo Onnisciente
L’eterno Corpo Onnisciente, insieme al corpo spirituale e a quello divino, incarna la Trinità di Dio. A differenza di questi, però, non possiamo averne piena consapevolezza durante la nostra avventura terrena, anche se è possibile sperimentarne il riflesso, la traccia, che quello stato di coscienza produce sui nostri sensi. Questa particolare condizione di beatitudine genera sensazioni percepibili soprattutto sulla sommità del capo, sede di un importantissimo centro energetico. Ciò che si avverte, oltre a un senso di totale unione con Dio, è come una cascata d’energia che, penetrando dall’alto, inonda tutto il nostro essere. Questa è l’Estasi dei Santi, il Nirvana del Buddismo, la sublime esperienza che una volta vissuta è impossibile dimenticare.

images